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Cronologia sino alla caduta dell’impero romano

450.000-120.000 a.c.
Prima testimonianza della presenza dell’uomo in Sardegna (paleolitico inferiore). Rio Altana e Pergugas ritrovamento di schegge lavorate (industria clactoniana).
10.000 a.c.
Paleolitico superiore. Ritrovamenti di resti umani, ossa di cervo lavorate, e strumenti in selce nella grotta Corbeddu di Oliena.
10000-6000 a.c.
Inizia l’esportazione di ossidiana dalla Sardegna (Monte Arci).
6000-3900 a.c.
Neolitico antico. Ritrovamenti nella Grotta Verde (Alghero) di ceramica impressa; a Su Garroppu (Sirri) di ceramica strumentale; alla grotta di Filiestru di Mara di ceramica non decorata.
3900-3300a.c.
Neolitico medio. Cultura di Bonu Ighinu di Mara . Ritrovamento di ceramiche con figure zoomorfe, sepolture in grotte artificiali, piccole figure in pietra.
3300-2500 a.c.
Neolitico recente. Cultura di Ozieri. Le Domus de Janas si diffondono in tutto il territorio come sepolture in grotticelle artificiali.
2500-1800 a.c.
Età del rame. Ritrovamenti statue (menhirs), tombe a circolo, resti di capanne rettangolari, muraglie, vasi per deposizioni funerarie.
1800-1600 a.c.
Prima Età del Bronzo. Inizio del periodo nuragico. Tombe dei Giganti.
1600-1200 a.c.
Seconda Età del Bronzo. Continua il periodo nuragico.
1200-850 a.c.
Terza e ultima Età del Bronzo. Nuraghi complessi, pozzi sacri e Templi.
850-550 a.c.
Età del ferro. Primi insediamenti di Fenici in Sardegna
509-238 a.c.
Dominazione cartaginese. Fondazione delle prime città sarde: Karales. Bithia, Nora, Sulcis, Fortezza di Monte Sirai.
238 a.c.
Mercenari cartaginesi, in rivolta contro la madre patria, invitano Roma a prendere possesso dell’isola.
237 a.c.
La Sardegna diventa provincia romana
234-231 a.c.
Vittoria dei romani sui sardi. Tra i condottieri romani si distinguono Manlio Pomponio Martone, C:Papirio Masone, M: Emilio Lepido.
215 a.c.
Nel corso della seconda guerra punica i sardi si ribellano ma vengono sconfitti a Cornus, giugno 215. In una successiva battaglia in campidano restano uccisi i condottieri della rivolta, Amsicora e suo figlio Josto. Il primo si uccise dopo aver appreso la morte in battaglia del figlio.
181-178 a.c.
Le tribù montane di Iliesi e Balari si ribellano a Roma. La resistenza contro Roma durerà sino a dopo il 100 a.c.
54 a.c.
Denunce da parte dei sardi di abusi e delitti commessi durante il governo dell’isola da M:Emilio Scauro, che difeso da Cicerone viene però assolto.
46 a.c.
Caio Giulio Cesare viene a Karales dopo la la battaglia di Tapso. La città diventa Municipium Civium Romanorum. Una colonia di cittadini romani viene insediata a Turris Libisonis.
19 d.c.
Circa 4000 liberti di origine ebraica vengono inviati in Sardegna con compiti di sorveglianza e polizia.
189-192
Viene esiliato in Sardegna colui che diventerà poi Papa Callisto.
212
Caracalla concede la cittadinanza romana ai sardi
303-304
Leggende agiografiche collocano in questi anni il martirio dei Santi Efisio, Simplicio, Lussorio, Gavino, Proto, Gianuario e Saturno.
354
Eusebio e Lucifero unici sardi al Concilio di Arles. Costanzo II li esilierà dopo il concilio di Milano (355)
395
Morte di Teodosio. Divisione dell’impero tra oriente e occidente. La Sardegna viene assegnata a Onorio

L’isola preistorica dalle origini sino al Neolitico

PARCO FOSSILE DEI GRAPTOLITI – LOC. PEINCONI
UN VIAGGIO NEL MARE SILURIANO, 450 MILIONI DI ANNI FA
Gli straordinari resti fossili dei Graptoliti, un diffuso abitante del mare siluriano,
che allora ricopriva gran parte degli attuali continenti, sono visibili
nelle rocce nere della località Peinconi, a poca distanza dal centro abitato,
I Graptoliti, minuscoli animali dotati di un sistema nervoso primitivo, vivevano in colonie e si accumulavano in lagune costiere basse su piane costiere periodicamente inondate.
Una improvvisa scomparsa delle acque li imprigionò tra i fanghi sedimentati che oggi
sono le nere rocce scistose di Peinconi. Nel mare siluriano non esistevano pesci
ma solo piccoli animali e molluschi, progenitori degli attuali polipi, crostacei, coralli e molluschi. In quel periodo i Graptoliti sono tra i principali componenti della fauna marina dei 5 continenti. I loro resti fossili, utilissimi per correlazioni stratigrafiche intercontinentali
(cioè per capire quali fossero allora la situazione delle terre emerse e non),
sono osservabili in situ in pochissimi luoghi nel mondo.

Il monumento più importante di Goni è la necropoli di “Pranu Mutteddu” che risale al Neolitico: si tratta di un complesso megalitico costituito da numerosi menhir o “perdas Fittas” di diversi dimensioni , allineati fra loro secondo il procedere del sole da est a ovest. e da alcune particolari “domus de Janas” (case delle fate) in arenaria e scisto.

Il neolitico in Sardegna

I primi insediamenti umani in Sardegna, documentabili nell’isola attraverso scavi o ritrovamenti archeologici, risalgono al Neolitico antico, fra il VI e il V millennio a.C., con ripari sotto rocce sporgenti e grotte di abitazione e funerarie. E’ però solo nel IV millennio a.C. che si ha una testimonianza più avanzata di cultura neolitica, documentabile in caverne di abitazione e sepolcrali e in villaggi all’aperto. Si tratta di piccole comunità agricole, dette anche della “cultura di Bonu Ighinu”, che conoscono l’allevamento di pecore e capre e producono ceramiche di un colore per lo più grigio, lisce con decorazioni incise e graffite.
Verso la fine del IV millennio a.C. e la seconda del III si diffonde un’altra cultura, detta di “Ozieri”, ispirata da influssi dell’ Oriente Egeo (Cicladi, Creta)anch’essa ad economia prevalentemente agricola e pastorale ; questa cultura si diffonde rapidamente in tutta l’isola, sviluppando e perfezionando l’insediamento in forme di villaggio. Citiamo tra i più noti San Gemiliano di Sestu (CA)e monte d’Accoddi di Sassari. Tipiche della cultura di Ozieri sono le necropoli scavate nella roccia, dette anche “domus de Janas”(case delle fate), con ricche decorazioni simboliche. A questo periodo risalgono i primi esempi di megalitismo, le prime statue-menhir o stele a volte disposte secondo criteri di allineamento solare come nel caso di “Pranu Mutteddu”.

L’isola nuragica dal 1800.a.C. al 238 a.C

L’esterno dei nuraghi al tempo della loro edificazione
era molto molto diverso dall’ attuale. Grazie ai numerosi modelli in terracotta che ci sono pervenuti, si puo’ supporre che fossero sormontati da una piccola cupola e dotati di un parapetto di fibre intrecciate e legni che circondava la sommita’.

L’ETA’ NURAGICA
La civiltà nuragica viene collocata mediamente nell’età del bronzo e del ferro e la suddivide di solito in cinque fasi

PRIMA FASE (dal 1800 a.C. al 1500 a.C.)
Caratterizzata da protonuraghi e menhir
SECONDA FASE (dal 1500 a.C. al 1200 a.C.)
Primi nuraghi semplici monotorre, tombe di giganti, e betili aniconici.
TERZA FASE (dal 1200 a.C.al 900 a.C.)
Fine dell’età del Bronzo e passaggio all’età del Ferro. Nuraghi complessi, templi a pozzo, a cella e a megaron, e betili antropomorfi.
QUARTA FASE (dal 900 a.C.al 500 a.C.)
villaggi-santuario, bronzetti e statuaria in pietra
QUINTA FASE (dal 500 a.C.al 238 a.C.)
Caratterizzata dai recinti, si chiude con il trattato di pace tra romani e cartaginesi con la definitiva cessione dell’isola ai romani.